Il consenso informato in odontoiatria rappresenta un elemento fondamentale della pratica clinica, regolato dalla Legge 219/2017 e dalla Legge Gelli-Bianco (L. 24/2017).
La normativa ha introdotto un principio emblematico: “Il tempo della comunicazione tra medico e paziente costituisce tempo di cura” (Art. 1, comma 8, L. 219/2017), elevando il consenso informato da mero adempimento burocratico a momento centrale della prestazione odontoiatrica.
È essenziale distinguere il modulo di consenso informato in odontoiatria dal consenso al trattamento dei dati personali (privacy): mentre quest’ultimo tutela la riservatezza delle informazioni, il consenso informato garantisce il diritto costituzionale del paziente all’autodeterminazione terapeutica. Si tratta dell’accettazione consapevole del trattamento sanitario proposto, acquisita solo dopo aver fornito informazioni complete su modalità operative, benefici attesi, rischi prevedibili e alternative terapeutiche disponibili.
La giurisprudenza ha rafforzato questa centralità: anche un intervento tecnicamente ineccepibile può generare responsabilità professionale se manca un consenso validamente acquisito. Una corretta gestione documentale diventa quindi essenziale non solo per la tutela legale del dentista, ma per la qualità stessa del rapporto terapeutico.
Questa guida fornisce gli strumenti per:
- Garantire piena tutela legale attraverso modulistica validata e personalizzata per ogni procedura odontoiatrica
- Ottimizzare i processi documentali con digitalizzazione e archiviazione sicura a norma di legge
- Consolidare il rapporto fiduciario mediante una comunicazione strutturata e trasparente
- Assicurare totale conformità normativa alle disposizioni vigenti
La piattaforma Consavio trasforma questa esigenza in opportunità, offrendo una soluzione digitale completa che spazia dalla semplice igiene professionale agli interventi di chirurgia implantare complessa, rendendo la gestione del consenso informato efficiente, sicura e integrata nel workflow quotidiano dello studio.
Indice
- Cos’è il consenso informato odontoiatrico
- Ogni prestazione richiede il suo modulo di consenso informato odontoiatria specifico
- Consenso informato vs consenso privacy
- I requisiti del consenso informato dopo la legge Gelli-Bianco
- Responsabilità e sanzioni per consenso non valido: cosa rischia l’odontoiatra
- Casi particolari e situazioni critiche nella gestione del consenso informato
- Moduli e risorse: strumenti pratici per il consenso informato odontoiatrico
- FAQ: le domande frequenti sul consenso informato in odontoiatria
Cos’è il consenso informato odontoiatrico
Il consenso informato in odontoiatria rappresenta l’accettazione libera e consapevole di un trattamento sanitario, espressa personalmente dal paziente dopo aver ricevuto informazioni dettagliate su modalità, benefici, rischi e alternative disponibili. La Legge 219/2017 ha cristallizzato questo principio, ma la sua essenza rimane relazionale: un patto di fiducia basato sulla trasparenza.

La forma del consenso informato
La documentazione del consenso, secondo la Legge 219/2017, può avvenire attraverso forma scritta, videoregistrazione o, per persone con disabilità, mediante dispositivi che consentano loro di comunicare. La normativa ha quindi previsto flessibilità nelle modalità, riconoscendo che non tutti i pazienti possono o devono necessariamente firmare un documento cartaceo.
Nella pratica odontoiatrica, la forma scritta rimane la più diffusa per praticità e facilità di archiviazione, ma non è l’unica legalmente valida. La videoregistrazione può essere particolarmente utile per pazienti con difficoltà motorie o in situazioni dove si voglia documentare in modo più completo il processo informativo. L’importante è che, qualunque sia la forma scelta, il consenso venga inserito nella cartella clinica e nel fascicolo sanitario elettronico, come previsto dalla legge.
Gli elementi che rendono valido il consenso informato del dentista
Perché un consenso informato in odontoiatria sia giuridicamente valido e, nello stesso tempo, conforme alla deontologia professionale, deve nascere da un’informazione che rispetti precisi requisiti.
Il paziente deve ricevere spiegazioni su:
- Diagnosi e prognosi
- Natura e scopo del trattamento proposto
- Modalità di esecuzione
- Benefici attesi
- Rischi ragionevolmente prevedibili
- Alternative terapeutiche disponibili
Questi elementi non sono una semplice lista da spuntare: il paziente deve comprendere non solo cosa verrà fatto, ma perché, con quali modalità, quali benefici può aspettarsi e quali rischi corre. La diagnosi va spiegata in termini accessibili, evitando tecnicismi che potrebbero confondere anziché chiarire.
Ma l’informazione standardizzata non basta: la personalizzazione del modulo di consenso informato sul singolo paziente completa il quadro. Le condizioni sistemiche, l’età, persino le aspettative estetiche modificano il profilo di rischio e beneficio di ogni procedura. Il paziente diabetico che affronta un intervento di chirurgia orale necessita di informazioni diverse rispetto al giovane adulto in perfetta salute. Il consenso informato dentista diventa così documento vivo, calibrato sulla persona che si ha di fronte.
Ogni prestazione richiede il suo modulo di consenso informato odontoiatria specifico
Il consenso informato odontoiatria deve essere specifico per ogni tipologia di intervento.
Questo principio, consolidato nella prassi giuridica, deriva dalla considerazione che ogni procedura odontoiatrica presenta caratteristiche proprie in termini di invasività, rischi, alternative terapeutiche e prognosi.
La Legge 219/2017 stabilisce che il paziente deve ricevere informazioni dettagliate sulla “natura e finalità del trattamento proposto“. In ambito odontoiatrico, questa disposizione si traduce nella necessità di differenziare il consenso in base alla procedura: un consenso acquisito per terapia conservativa non può estendersi automaticamente a interventi endodontici o chirurgici.

Implicazioni pratiche per lo studio odontoiatrico
Chiarezza comunicativa: il paziente comprende esattamente quale intervento sta autorizzando. Un consenso per igiene dentale professionale conterrà informazioni su possibile sensibilità temporanea e sanguinamento gengivale, mentre quello per implantologia dentale dovrà illustrare rischi di mancata osteointegrazione, tempi di guarigione e necessità di controlli periodici.
Tutela legale differenziata: le differenze tra procedure sono sostanziali. Lo sbiancamento dentale professionale presenta rischi principalmente estetici e di sensibilità reversibile, mentre l’implantologia a carico immediato comporta rischi chirurgici, possibilità di insuccesso implantare e necessità di procedure aggiuntive.
Gestione delle variazioni terapeutiche: durante un intervento possono emergere necessità non previste. Se il paziente ha firmato per una otturazione dentale e si rende necessaria una devitalizzazione, sarà necessario interrompere e acquisire nuovo consenso specifico.
La libreria modulare Consavio: un consenso per ogni prestazione
La soluzione organizzativa più efficace prevede moduli distinti per macro-aree, ciascuno con le sue specificità informative. Ogni modulo è già ottimizzato per la specifica procedura, eliminando il rischio di informazioni generiche o incomplete.
Consenso informato vs consenso privacy
La confusione tra modulo di consenso informato odontoiatria e consenso privacy rappresenta uno degli errori più frequenti nella gestione documentale dello studio dentistico. Questa sovrapposizione non è solo impropria dal punto di vista formale, ma espone l’odontoiatra a rischi di invalidità del consenso e conseguenti responsabilità.
Il consenso informato dentista trova il suo fondamento nella Legge 219/2017 e nell’art. 32 della Costituzione, configurandosi come presupposto di liceità dell’atto medico. La sua funzione è legittimare l’intervento sul corpo del paziente, che altrimenti costituirebbe violazione dell’integrità fisica. La forma scritta, pur non sempre obbligatoria per legge, è divenuta prassi consolidata dopo la Legge Gelli-Bianco per garantire prova dell’avvenuta informazione.
Il consenso privacy, disciplinato dal Regolamento UE 2016/679 (GDPR), riguarda il trattamento dei dati personali. La base giuridica per il trattamento dei dati sanitari in ambito odontoiatrico non è il consenso, ma l’art. 9, par. 2, lett. h) del GDPR: finalità di diagnosi, assistenza o terapia sanitaria.
Conseguenze pratiche della separazione
Moduli unificati: un rischio da evitare. L’utilizzo di un unico modulo che mescola consenso sanitario e privacy genera criticità operative:
- Il paziente potrebbe negare il consenso privacy credendo di rifiutare il trattamento
- La revoca del consenso privacy non impedisce l’erogazione della prestazione sanitaria
- In caso di contenzioso, la commistione rende difficile dimostrare la validità del consenso informato
Best practice documentale:
- Archiviazione differenziata (cartella clinica vs registro trattamenti)
- Chiarezza per il paziente sulla natura dei diversi consensi
- Possibilità di aggiornare la modulistica privacy senza toccare i consensi sanitari

I requisiti del consenso informato dopo la legge Gelli-Bianco
La Legge Gelli-Bianco ha modificato profondamente il quadro della responsabilità professionale in ambito sanitario, con riflessi diretti sulla gestione del consenso informato odontoiatria.
Nello specifico la legge Gelli rafforza la necessità di processi di consenso meticolosi e documentati, come delineati dalla Legge 219/2017. Si crea così un intreccio normativo che eleva lo standard di diligenza richiesto al professionista sanitario.
Il principale cambiamento riguarda l’articolo 590-sexies del codice penale, che esclude la punibilità per morte o lesioni conseguenti a condotte connotate da imperizia quando il professionista abbia rispettato le linee guida o, in mancanza, le buone pratiche clinico-assistenziali.
Questa disposizione rende ancora più importante la corretta acquisizione del consenso: l’aver seguito le linee guida non esime dalla responsabilità se manca il consenso del paziente all’intervento. Il consenso informato dentista diventa quindi elemento probatorio essenziale per dimostrare la correttezza dell’operato professionale.

Requisiti documentali rafforzati
La Legge Gelli-Bianco, pur non modificando direttamente la disciplina del consenso informato (già normata dalla L. 219/2017), ha incrementato l’attenzione sulla documentazione clinica. Il modulo consenso informato odontoiatria deve ora coordinarsi con:
- Cartella clinica dettagliata: ogni fase del processo informativo deve essere tracciata. Non basta la firma sul modulo, ma serve documentare il percorso di informazione (data del colloquio, domande del paziente, chiarimenti forniti).
- Riferimento a linee guida: quando esistenti, il consenso dovrebbe menzionare che l’intervento seguirà le linee guida della società scientifica di riferimento, elemento che può risultare determinante in caso di contenzioso.
- Tempi di riflessione: per interventi non urgenti, è prassi prudenziale documentare che al paziente è stato concesso tempo per riflettere tra l’informazione e la firma del consenso.
Consenso e assicurazione professionale
La Legge Gelli-Bianco ha reso obbligatoria l’assicurazione per responsabilità civile. Nel consenso informato è possibile anche comunicare al paziente:
- Gli estremi della polizza assicurativa
- I massimali di copertura quando richiesti
- Le modalità per attivare la copertura in caso di sinistro
Questa informazione, seppur non direttamente collegata all’intervento, costituisce senz’altro attuazione degli obblighi di trasparenza verso il paziente.
Gestione del rischio clinico
La normativa pone l’accento sulla prevenzione del rischio. Nel consenso informato odontoiatria, questo si traduce in:
- Documentazione fotografica pre-operatoria: per interventi estetici o complessi, allegare fotografie al consenso documenta la situazione di partenza.
- Check-list procedurali: alcuni studi integrano nel consenso una check-list delle verifiche pre-operatorie effettuate (allergie, farmaci assunti, patologie sistemiche).
- Consenso progressivo: per trattamenti complessi che si sviluppano in più fasi, acquisire consensi intermedi quando il piano di trattamento subisce variazioni sostanziali.
La Legge Gelli-Bianco ha quindi trasformato il consenso informato da documento singolo a processo documentale continuo, dove ogni passaggio deve essere tracciabile e verificabile.
Tabella 1: Disposizioni normative chiave per il consenso informato in odontoiatria
Legge/Decreto | Articolo(i) Rilevante(i) | Sintesi della Disposizione | Rilevanza Specifica per il Consenso Odontoiatrico |
Costituzione Italiana | Art. 32 | Diritto alla salute, divieto di trattamenti sanitari obbligatori se non per disposizione di legge, rispetto della persona umana. | Fondamento del diritto del paziente di accettare o rifiutare trattamenti odontoiatrici. |
Legge 22 dicembre 2017, n. 219 | Art. 1 (intero), Art. 3, Art. 4, Art. 5 | Principi del consenso informato, tempo della comunicazione come tempo di cura, diritto all’informazione, forme del consenso, disposizioni anticipate di trattamento (DAT), pianificazione condivisa delle cure. | Quadro legislativo fondamentale per tutti gli aspetti del consenso informato in odontoiatria, inclusi i minori e gli incapaci. |
Legge 8 marzo 2017, n. 24 (Legge Gelli-Bianco) | Art. 4 (Trasparenza dei dati), Art. 5 (Linee guida e buone pratiche), Art. 6 (Responsabilità penale dell’esercente la professione sanitaria), Art. 7 (Responsabilità civile della struttura e dell’esercente la professione sanitaria), Art. 10 (Assicurazione) | Definisce il quadro della responsabilità, enfatizza le linee guida, obbliga all’assicurazione, richiede trasparenza. | Impatta sull’importanza del consenso documentato ai fini della responsabilità professionale, richiede la comunicazione degli estremi della polizza assicurativa (per le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private) e per i professionisti che operano in regime libero-professionale. |
Codice di Deontologia Medica | Artt. 20, 21, 22 (Informazione e comunicazione con la persona assistita), Artt. 33, 34, 35, 36, 37, 38 (Consenso e dissenso informato), Art. 39 (Assistenza ai malati con prognosi infausta o con definitiva compromissione dello stato di coscienza) | Doveri etici dei medici (e degli odontoiatri) in materia di informazione, comunicazione e rispetto dell’autonomia del paziente. | Rafforza gli obblighi legali con mandati etici per una comunicazione chiara, completa e per il rispetto dell’autodeterminazione del paziente, anche in situazioni particolari (minori, incapaci, fine vita). |
Regolamento (UE) 2016/679 (GDPR) | Art. 5 (Principi), Art. 6 (Liceità del trattamento), Art. 9 (Trattamento di categorie particolari di dati), Artt. 12, 13, 14 (Informazioni e accesso ai dati personali) | Disciplina il trattamento dei dati personali, inclusi quelli relativi alla salute. | Impone obblighi di informativa trasparente sul trattamento dei dati sanitari del paziente; la base giuridica per il trattamento a fini di cura è l’art. 9(2)(h), non il consenso dell’interessato (che però rimane necessario per altre finalità, es. marketing o ricerca non strettamente connesse alla cura). Distinzione fondamentale dal consenso informato al trattamento sanitario. |
Responsabilità e sanzioni per consenso non valido: cosa rischia l’odontoiatra
La mancata o inadeguata acquisizione del consenso informato odontoiatria non è più considerata dalla giurisprudenza come mero vizio formale, ma come violazione sostanziale del rapporto fiduciario medico-paziente. Negli ultimi anni si è assistito a un inasprimento delle conseguenze, con un approccio giurisprudenziale che tutela con forza crescente il diritto all’autodeterminazione del paziente. L’odontoiatra che sottovaluta questo aspetto si espone a un triplice livello di responsabilità, civile, penale e deontologica, che può compromettere non solo il singolo rapporto professionale, ma l’intera carriera.
La responsabilità civile: dal risarcimento alla perdita del paziente
L’assenza o l’inadeguatezza del consenso informato odontoiatria configura di per sé un danno risarcibile, indipendentemente dall’esito dell’intervento. La giurisprudenza ha consolidato il principio secondo cui la violazione del diritto all’autodeterminazione del paziente costituisce danno autonomo, anche quando l’intervento sia stato eseguito correttamente e abbia prodotto benefici clinici (es. Cass. n. 16503/2017, Cass. n. 28985/2019).
Il professionista che opera senza valido consenso può essere chiamato a risarcire:
- Danno da lesione del diritto all’autodeterminazione: riconosciuto anche in assenza di danno fisico, quantificato equitativamente dal giudice in base alla gravità della violazione.
- Danno biologico: se l’intervento non consensuale ha prodotto conseguenze sulla salute. In odontoiatria, tipici esempi sono la parestesia dopo estrazione non autorizzata di ottavi o la necrosi pulpare dopo preparazione protesica non concordata.
- Danno patrimoniale: costi sostenuti per l’intervento non autorizzato e spese per rimediare a eventuali conseguenze. Include anche il lucro cessante se il paziente dimostra impossibilità lavorativa.
La struttura sanitaria risponde solidalmente con l’odontoiatra, ma può rivalersi sul professionista in caso di colpa grave nell’acquisizione del consenso.
Profili di responsabilità penale per mancato consenso informato in odontoiatria
Sul piano penale, l’intervento senza consenso informato dentista può configurare:
- Violenza privata (art. 610 c.p.): quando il paziente sia stato costretto a subire il trattamento. In odontoiatria può verificarsi quando si procede nonostante l’esplicito diniego del paziente, magari giustificandosi con l’urgenza.
- Lesioni personali (art. 582-590 c.p.): se l’intervento non autorizzato causa danni. La Legge Gelli-Bianco ha modificato questo aspetto, escludendo la punibilità per imperizia se rispettate le linee guida, ma non per difetto di consenso.
Sanzioni disciplinari dell’Ordine
L’Ordine dei Medici e Odontoiatri valuta con particolare severità le violazioni relative al consenso informato. Le sanzioni disciplinari seguono una progressione basata sulla gravità:
- Avvertimento: per violazioni formali, come consenso incompleto o non aggiornato, senza conseguenze per il paziente.
- Censura: quando la violazione sia sostanziale ma senza danni. Tipico il caso di interventi eseguiti correttamente ma con consenso generico anziché specifico.
- Sospensione dall’esercizio professionale: da uno a dodici mesi, per violazioni gravi o reiterate. Si applica quando l’assenza di consenso abbia comportato interventi non necessari o più invasivi del concordato.
- Radiazione dall’albo: per violazioni gravissime che minano la dignità professionale. Riservata a casi di sistematica violazione del consenso o interventi contro la volontà espressa del paziente.
Conseguenze pratiche e assicurative
Le compagnie assicurative stanno diventando più rigorose riguardo al consenso informato documentato come condizione per la copertura, dato il suo ruolo centrale nel contenzioso. Sempre più polizze prevedono:
- Esclusione della copertura per sinistri derivanti da mancato consenso
- Franchigie maggiorate in caso di consenso inadeguato
- Obbligo di produrre il consenso scritto per attivare la garanzia
Una meticolosa gestione del consenso informato non riguarda solo i diritti del paziente o l’evitare cause legali, ma anche la garanzia della propria protezione finanziaria e assicurabilità.

Casi particolari e situazioni critiche nella gestione del consenso informato
La pratica odontoiatrica quotidiana può presentare situazioni che rendono difficile l’applicazione standard delle procedure di consenso. Sono proprio questi casi limite a generare i contenziosi più complessi e a richiedere una preparazione specifica del professionista.
L’urgenza odontoiatrica
Il paziente che si presenta con un ascesso facciale grave o un trauma dentale acuto pone il professionista di fronte a un dilemma: attendere la compilazione formale del consenso informato odontoiatria o procedere immediatamente? La normativa riconosce lo stato di necessità come esimente, ma con limiti precisi.
L’urgenza giustifica il differimento del consenso scritto, non la sua omissione. Il professionista deve comunque informare verbalmente il paziente, anche in forma sintetica, e documentare in cartella le circostanze che hanno reso impossibile l’acquisizione formale. Appena cessata l’urgenza, andrà acquisito il consenso per le cure successive e documentata retroattivamente l’emergenza.
Un errore frequente è estendere il concetto di urgenza oltre il necessario. L’estrazione di un elemento in pulpite acuta è urgente per il dolore, ma se il paziente è in grado di comprendere e firmare, il consenso va acquisito regolarmente. La fretta dello studio non costituisce urgenza clinica.
Il paziente straniero: barriere linguistiche e culturali
L’incremento di pazienti stranieri negli studi odontoiatrici ha evidenziato una criticità del consenso informato dentista: come garantire comprensione effettiva quando esistono barriere linguistiche? La normativa è chiara: l’informazione deve essere compresa, non semplicemente comunicata.
La soluzione del modulo multilingue è solo parziale. Il consenso precompilato in lingua straniera risolve l’aspetto formale ma non garantisce che il paziente abbia compreso le specificità del suo caso. La presenza di un interprete, preferibilmente qualificato e non un familiare, rappresenta la soluzione più tutelante, con documentazione in cartella della sua presenza e generalità.
Esistono poi differenze culturali nell’approccio alla salute orale che influenzano la comprensione. Alcuni pazienti provenienti da contesti dove l’odontoiatria è principalmente estrattiva potrebbero non comprendere immediatamente il valore di terapie conservative complesse. Il tempo dedicato alla spiegazione diventa investimento nella compliance futura.
Trattamenti estetici vs terapeutici: gestire le aspettative
La crescente domanda di odontoiatria estetica ha introdotto complessità specifiche nel modulo consenso informato odontoiatria. Quando l’intervento non risponde a necessità terapeutiche ma a desideri estetici, il consenso deve gestire un elemento aggiuntivo: le aspettative del paziente.
Il professionista deve documentare non solo i rischi clinici ma anche i limiti estetici raggiungibili. L’utilizzo di cerature diagnostiche, simulazioni digitali o fotografie di casi simili non è vanità professionale ma documentazione delle aspettative condivise. Il consenso per faccette estetiche dovrebbe includere l’accettazione di possibili discromie, della necessità di rifacimenti futuri, dei limiti imposti dalla situazione di partenza.
La giurisprudenza sta elaborando orientamenti specifici per l’odontoiatria estetica, riconoscendo che il danno da aspettativa delusa può configurare responsabilità professionale anche in assenza di errori tecnici.
Il paziente anziano con declino cognitivo
L’invecchiamento della popolazione pone frequentemente l’odontoiatra di fronte a pazienti con capacità cognitive parzialmente compromesse. Il confine tra capacità e incapacità di esprimere consenso valido è spesso sfumato, richiedendo valutazioni caso per caso.
In assenza di interdizione formale, il paziente anziano mantiene il diritto di autodeterminarsi. Tuttavia, quando emergono dubbi sulla capacità di comprensione, coinvolgere i familiari diventa prassi prudenziale, documentando però che il loro ruolo è di supporto, non sostitutivo. Il consenso informato odontoiatria può prevedere la presenza di un familiare “testimone” che confermi l’avvenuta comprensione.
Per interventi complessi su pazienti con declino cognitivo iniziale, frazionare l’informazione in più incontri e verificare la persistenza della volontà nel tempo rappresenta una strategia che contempera autonomia del paziente e tutela del professionista.

Moduli e risorse: strumenti pratici per il consenso informato odontoiatrico
La corretta gestione del consenso informato odontoiatria richiede una libreria modulare completa e aggiornata. Consavio ha sviluppato modelli professionali specifici per ogni area dell’odontoiatria, garantendo completezza normativa e facilità di personalizzazione.
La piattaforma offre oltre venti moduli distinti, dalla semplice igiene dentale professionale fino agli interventi più complessi come l’implantologia a carico immediato. Ogni modulo è stato validato dal punto di vista legale e contiene tutti gli elementi richiesti dalla normativa vigente.
L’evoluzione del consenso informato
Il consenso informato odontoiatria si sta evolvendo da documento statico a processo dinamico di comunicazione. La crescente complessità delle procedure odontoiatriche e l’innalzamento delle aspettative dei pazienti richiedono un approccio sempre più personalizzato e documentato.
Consavio rappresenta la risposta a questa evoluzione, offrendo una piattaforma che unisce rigore normativo e praticità operativa. La possibilità di personalizzare ogni modulo, aggiornarli automaticamente alle nuove normative e gestirli in modo integrato nel flusso di lavoro dello studio, trasforma un obbligo legale in opportunità per migliorare la qualità del servizio e la sicurezza del professionista.

Checklist operativa per l’odontoiatra
Per garantire la corretta acquisizione del consenso informato dentista, si consiglia di seguire questa checklist operativa:
Prima del primo appuntamento:
- Identificare il tipo di intervento previsto
- Selezionare il modulo appropriato
- Verificare eventuali condizioni particolari del paziente
- Preparare materiale illustrativo se necessario
Durante il colloquio informativo:
- Spiegare con linguaggio accessibile diagnosi e piano di trattamento
- Illustrare rischi e benefici specifici
- Presentare le alternative terapeutiche
- Rispondere a tutte le domande del paziente
- Far leggere il documento con calma
Gestione documentale:
- Acquisire firma su ogni pagina
- Consegnare copia al paziente
- Archiviare l’originale nella cartella clinica
- Conservare per i termini di legge
- Aggiornare in caso di variazioni del piano
Glossario dei termini essenziali
Per facilitare la comprensione della terminologia utilizzata nel modulo consenso informato odontoiatria, riportiamo i termini più rilevanti:
- Trattamento sanitario: qualsiasi intervento odontoiatrico finalizzato alla diagnosi, cura o riabilitazione
- Autodeterminazione terapeutica: diritto del paziente di scegliere liberamente se sottoporsi al trattamento
- Rischio ragionevolmente prevedibile: complicanza che può verificarsi con frequenza statisticamente rilevante
- Alternative terapeutiche: altri approcci clinici disponibili per la stessa problematica
- Revoca del consenso: diritto inalienabile di ritirare il consenso in qualsiasi momento
FAQ: le domande frequenti sul consenso informato in odontoiatria
Le domande che seguono emergono quotidianamente negli studi odontoiatrici e nei contenziosi legali. Non si tratta di curiosità teoriche, ma di situazioni concrete che ogni professionista prima o poi si trova ad affrontare. Le risposte non possono essere semplicistiche perché la realtà clinica raramente lo è.